lunedì 29 dicembre 2008

Tipologie di mobbing psicosociale

Il mobbing psicosociale può essere:

  1. verticale, discendente o dall'alto: si verifica quando la violenza pscicologica viene posta in essere nei confronti della vittima da un superiore. L'azienda, abusando del suo potere mette in atto strategie persecutorie allo scopo di rendere impossibile la vita ad un dipendente. affinche si licenzi. Questa forma viene anche definita come "bossing" o "bulling". Bossing: azione compiuta dall'azienda o dalla direzione del personale nei confronti di dipendenti divenuti scomodi. Bulling: indica i comportamenti vessatori messi in atto da un singolo capo. Le motivazioni possono essere varie: la persona è diventata scomoda; competizione; minaccia all'immagine sociale; differenza d'età; antipatia personale; conformismo; ragioni politiche.
  2. Orizzontale, ascendente o dal basso: si verifica quando l'azione discriminante è messa in atto dai colleghi nei confronti del soggetto colpito. Il pensiero dominante dei colleghi è di esautorare il lavoratore. Qui i fattori possono essere: competizione; preferenze del capo; invidia; razzismo; campanilismo; fede politica.
  3. Mobbing diretto: quando le violenze psicologiche sono diretet sulla persona mobbizzata.
  4. Mobbing indiretto: se gli atti vessatori sono indiretti e possono essere attuati sull'ambiente di lavoro, sulla famiglia o sugli amici della vittima delle persecuzioni psicologiche.

sabato 20 dicembre 2008

LE AZIONI MOBBIZZANTI



Bisogna riconoscere le diverse azioni mobbizzanti che possono essere messe in atto per i seguenti motivi:




  • inprimo luogo, in alcuni casi i lavoratori subiscono comportamenti mobbizzanti ma non le riconoscono. Ciò è dovuto dal fatto che c'è ancora "ignoranza" sul tema;


  • in secondo luogo, le strategie sono indirette e subdole. La persona che le subisce ha un'enorme difficoltà nel capire ciò che le sta succedendo.


Leymann ha categorizzato cinque tipologie di azioni:





  1. attacchi alla possibilità di comunicare: la vittima viene sempre interrotta qundo parla, i colleghi e il capo limitano le sue possibilità di esprimersi, si fanno critiche continue sul lavoro o vita privata della vittima, il soggetto è vittima di telefonate mute o di minaccia;

  2. aggressione alle relazioni sociali: i colleghi non parlano più con la vittima, il soggetto viene trasferito in un ufficio lontano dai colleghi, ci si comporta come se la vittima non esistesse, si proibisce ai colleghi di parlare con la vittima;

  3. aggressione all'immagine sociale della vittima: sul posto di lavoro si spargono voci infondate sulla vittima, il soggetto viene ridicolizzato, viene preso in giroun suo handicap fisico, lo si imita nella parlata e nella camminata, si mettono in dubbio le sue decisioni;

  4. attacchi alla qualità della relazione professionale e privata: alla vittima non viene dato più nessun compito da svolgere, il soggetto è costretto a svolgere lavori senza senso o magari al di sopra o al di sotto della sua qualifica professionale;

  5. attacchi alla salute: il soggetto è costretto a svolgere lavori che nuocciono alla salute, il soggetto viene minacciato di violenza fisica, gli mettono le mani addosso a scopo sessuale.


DEFINIZIONE DEL TERMINE MOBBING... E UN PO' DI STORIA......










La parola deriva dal verbo inglese "to mob", ossia assalire con violenza.





L'etologo Lorenz (1961) fu il primo ad utilizzare questo termine per indicare gli attacchi osservati tra individuidella stessa specie con la finalità all'esclusione di un membro dello stesso gruppo od eventualmente per fronteggiare il possibile attacco di un estraneo.





Heinemann (1972) cambiò l'uso di questo termine per descrivere i comportamenti aggressivi studiati in bambini ed adolescenti diretti contro un coetaneo.





Dai primi anni ottanta il termine "mobbing" venne utilizzato per definire una forma di terrorismo psicologico sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti, più o meno intenzionalmente, da uno o più aggressori (colleghi o superiori) nei confronti di un singolo con lo scopo e/o la conseguenza di estrometterlo dal mondo del lavoro.

Secondo Leymann "il mobbing, o terrorismo psicologico sul posto di lavoro, consiste in una comunicazione ostile e non etica diretta in modo sistematico da uno o più individuin solitamente verso un singolo individuo, il quale a causa di ciò, si trova in una posizione indifesa e impossibilitato a ricevere aiuto, essendo costretyto in quella posizione da continue azioni mobbizzanti".

queste azioni si verificano con un'alta frequenza di base ( almeno una volta alla settimana) e perdurano a lungo nel tempo ( almeno sei mesi).

Possiamo individuare alcune caratteristiche essenziali delle situazioni dim mobbing:


  • l'intenzionalità dell'aggressore nell'esercizio della vessazione;

  • la percezione della vittima di essere oggetto della vessazione;

  • il frequente carattere asimmetrico della relazione di potere che intercorre tra aggressore e vittima;

  • la durata e la frequenza delle azioni vessatorie.

Il mobbing può essere considerato un articolato pattern di comportamenti molesti posti in essere nell'ambiente di lavoro, che causano sofferenza fisica, psicologica e morale nella persona vessata.